Questo spazio non avrebbe mai voluto ospitare questa malinconica cronaca. Ieri sabato 8 ottobre 2022 a Terrazzo (VR), nella Chiesa Parrocchiale di San Paolo Apostolo, i parenti, gli amici, i Bracchi e gli Spinoni accompagnati dai loro proprietari, hanno tutti voluto rendere l’ultimo omaggio a Venicio. Sul sagrato della Chiesa un folto numero di persone e di cani hanno atteso l’arrivo dell’amico in una surreale atmosfera in un assordante e composto silenzio. Molti gli sguardi carichi di incredulo stupore, qualche lacrima che solcava il viso di chi viveva la consapevolezza che una parte importante del nostro mondo se ne era andata. Presenti diversi giovani colleghi che con la loro testimonianza, hanno voluto ringraziare il “Maestro”; perché  Tognolo nella sua lunga carriera ha insegnato con il suo irriducibile impegno, con la fatica, l’esempio di quanto possa essere la Cinofilia strumento insostituibile per la selezione ed il miglioramento delle Razze canine. Le due razze cugine, Bracchi e Spinoni, sono state quelle che più di tutte hanno beneficiato della sua competenza e determinazione raggiungendo traguardi e risultati in tutte le note del concorso sia in Italia e sia nelle più importanti prove internazionali: Belgio, Francia, Spagna, Croazia, Polonia. Ora senza retorica ma con un senso comune di smarrimento ti diciamo…ci mancherai. Gli spinonisti vogliono ancora rinnovare il loro cordoglio alla signora Draghiza, ai figli Mirko e Natasa.

Grazie al servizio fotografico di Luca Mantovani, vogliamo dare la possibilità virtuale ai tanti cinofili di continuare a vivere con noi questa grande emozione.

Ciao VENICO sarai sempre con noi!

Venicio Tognolo… il mio ricordo

Era la stagione di caccia 1976/77, in quegli anni si poteva cacciare fino a fine marzo alla sola selvaggina migratoria, fu in quel periodo che feci la sua conoscenza che divenne in seguito amicizia. La palude del Busatello allora non era un’oasi della LIPU come è ora, ed era di una bellezza senza paragoni, io ed un mio amico scendevamo con il barchino lungo il fosso Busatello da cui la valle prende il nome, uno seduto dietro con il remo corto e uno seduto davanti con il fucile, una Spinona e una Setter nel canneto erano i nostri preziosi ausiliari. Ad un certo punto il canneto si diradava e appariva sulla sponda veneta un sentiero dal quale a un certo punto vedevamo spuntare un cacciatore, piccoletto con un semiautomatico quasi più alto di lui…era Venicio. Ci salutavamo e ci scambiavamo alcuni commenti sul come andava la caccia, in seguito lo incontrai altre volte. La palude era esattamente divisa a metà dal fosso e una parte era Lombarda e l’altra Veneta, lui scendeva dalla sua parte, all’epoca Venicio abitava  a Sanguinetto, un grande paese non molto distante e per lui arrivare a S. Pietro in Valle era un attimo. Mi raccontava che faceva il tornitore e lo diceva con orgoglio, che amava la musica e che andava a ballare nello stesso dancing dove andavo anch’io, penso che in quel periodo non avesse ancora maturato l’idea di diventare quello che diventò in seguito, uno tra i più grandi addestratori che abbiamo avuto sia in Italia che all’Estero. Solo alcuni anni più tardi, quando  incomincia ad occuparmi di cinofilia venatoria ritrovai Venicio in una di quelle prove domenicali organizzate dai gruppi o circoli cinofili, tra questi uno in particolare il gruppo cinofilo “Ettore Ziviani” di Cerea, proprio quella Cerea del grande Gianni Puttini e Gigi Fanton e diversi altri che in parte ho conosciuto e proprio qui lo ritrovai e mi riconobbe e mi raccontò della sua passione per le prove di lavoro, lui conduceva cani, ma ancora non i Continentali Italiani perché all’epoca considerati razze superate da altre molto più performanti. Nonostante ciò, io continuavo a credere nello Spinone e insieme a tanti altri appassionati per diversi anni mi sono dato da fare per cercare di migliorararlo soprattutto nel lavoro mantenendo una morfologia funzionale e non solo estetica, aspetto forse un po’ trascurato dagli allevatori di quell’epoca, concentrati soprattutto sul tipo per ottenere maggior consensi nelle esposizioni, vetrine importanti per eventuali acquirenti. Quando seppi che Venicio sul suo furgone aveva Bracchi Italiani in particolare, ma in seguito anche Spinoni, la cosa mi rese felice e cominciai a seguire le notizie delle sue varie trasferte, ma anche a frequentare prove come le varie Coppe Italia per Continentali, vinte per ben tre volte dagli Spinoni e arrivare sino alla mia soddisfazione di avere sul suo furgone Spinoni che portano il mio affisso “Del Busatello” di cui io sono solo una piccola pedina, perché in realtà il merito è di un gruppo di amici che coltivano la stessa mia passione per la razza, con cui ho collaborato, ma soprattutto per avere avuto un grande maestro come Venicio Tognolo che con la sua arte li ha valorizzati, ma non solo, ha saputo ridare a queste due razze Italiane tanto criticate un tempo (forse a ragione) il giusto posto che meritano nel contesto della cinofilia ufficiale, che senza di te, caro Venicio, oggi sarà sicuramente più povera.

Franco Poletta